martedì 27 novembre 2007

La casina nel bosco

C’era una volta un contadino che abitava sul limitare del bosco.
Nella modesta casa vivevano con lui la moglie ed i suoi due anziani zii.
La terra del suo campo era magra e dura e ben misero era il frutto della sua fatica.
Ogni sera la moglie, nel buio dell’alcova, si lamentava con lui per gli stenti che dovevano patire.
E ancor di più per il peso di quegli anziani zii, assai famelici, a suo dire.
E venne il giorno che quel contadino prese di petto la situazione, decidendo di metter fuori casa i suoi vecchi parenti.
Andiamo per il bosco a ricercar lamponi – propose all’ignara coppia.
E li condusse nel profondo più profondo del bosco e lì li abbandonò, con l’intenzione di bloccare il saliscendi della porta, nel caso i vecchi riuscissero a trovar la strada per il ritorno.
Quando già s’approssimava la notte, i due vecchi compresero quel che era avvenuto ed esclamarono in coro:
Un’altra volta?!
(Hansel e Gretel si chiamavano i due … e a qualcuno sono noti per un’altra storia)
Avvezzi alla circostanza, i due vecchini non si persero d’animo e si misero subito in cammino.
E cammina, cammina, incontrarono un uccellino che appariva, in vero, molto soddisfatto.
Uccellino, di che sei fatto sazio? – chiesero i vecchini.
Delle mollichine che uno stupido bambino va seminando per il bosco – rispose l’uccellino.
(Il bosco era una soluzione molto gettonata in periodi di carestia)
E i due vecchini ripreso il cammino.
E cammina, cammina, arrivarono ad una piccola casina.
Questo posto mi ricorda qualcosa – disse Hansel.
Ho lasciato il forno acceso! – esclamò Gretel, colpendosi la fronte col palmo della mano.
Ma sulla soglia di quella tal casina, c’era adesso una vispa ragazzina che sembrava li stesse ad aspettare e che adesso l’invitasse ad entrare.
Che fate, nonnini, a quest’ora per il bosco?
Cerchiamo un rifugio per la notte, piccola bambina – risposero i vecchini.
E non avete casa?
L’avevamo. Ma il nipote, ingrato, quest’oggi ci ha scacciato.
Entrate allora nella mia casina. Avrete paglia fresca ed anche semolino per fare la minestra.
Ed Hansel e Gretel si decisero ad entrare, in quella casa, che pareva di torrone e sembrava marzapane.
Sotto il grande paiolo il fuoco stava acceso e, chiusa la porta, da dove stava appeso, la bimba un gran coltello prese.
Che fai, cara bambina? – Gretel le domandò.
Solo un brodino.
E a che ti serve ora il coltello?
E la mia mamma che m’ha insegnato il modo: nonnina vecchia fa il buon brodo.
E questo detto, si lanciò all’assalto.
Ma Hansel e Gretel, come sappiamo, erano già avvezzi.
E mentre Gretel schivava la lama, Hansel colpiva la streghetta con nodoso randello su cui s’era sorretto nel camino.
Dritta nel paiolo finì così la strega, andata per lessare e poi rimasta lessa.
All’alba ripresero il cammino, conoscendo già la strada dov’erano in passato già passati i loro passi.
Giunti alla casa al limitare del bosco, sorpresero il nipote e gli furono addosso.
Nipote del malanno – gli dissero severi – E’ così che ci ringrazi per averti allevato?
Noi ti abbiamo nutrito e tu ci hai abbandonato?
Miei cari zii la colpa non fu mia, questa è una terra di dura carestia.
Nipote bello, questa è la terrà che a te più si confà: arida, come il cuore che nel tuo petto stà.
E fu così che pure in tarda età, Hansel e Gretel dovettero imparare che è sempre meglio un poco diffidare di chi nel bosco ti vuole trascinare.
E che di case di torrone, oppure marzapane, nel bosco non ce n’è se non nell’illusione di chi di te si vuol fare un boccone.

Nessun commento: