mercoledì 28 novembre 2007

Fondi USA e af-fondi Italia

(26 giugno 2006)

Quando sta avvenendo ai Fondi pensione americani a prestazione definita in questi mesi dovrebbe insegnarci qualcosa. Sto parlando dei fondi nati in USA decine di anni fa nelle corporation con un alto numero di lavoratori ed una forte presenza dei sindacati.
Nella sostanza questi fondi raccolgono i contributi di lavoratori ed imprese e, a differenza del caso italiano, in cui ad essere definita è la contribuzione, garantiscono al lavoratore una predeterminata pensione integrativa . Il fondo è gestito "separatamente" dalla stessa corporation che, se è brava e fa fruttare il capitale, si tiene il surplus finanziario, se è meno brava o incappa in momenti non favorevoli delle borse, dei mercati e delle economie, dovrebbe far fronte al disavanzo del fondo con i propri conti.
Dovrebbe, perché la patria del capitalismo ha previsto un salvagente, in ultima analisi finanziato pubblicamente, per le casse delle corporation. Il PBGC (Pension Benefit Guaranty Corp) è un organo creato proprio allo scopo di sobbarcarsi gli impegni dei fondi pensione in difficoltà o appartenenti a ditte in grave crisi finanziaria e che funziona come una sorta di assicurazione finanziata con i premi degli iscritti (le stesse corporation). I premi però sono troppo bassi e inadeguati e il disavanzo del PBGC viene coperto dal governo Federale e, dunque, guarda un po', dal pubblico attraverso la fiscalità generale.
Prima che, a fine maggio, il tribunale dichiarasse il fallimento del Fondo della linea aerea United Airlines (UAL) gli impegni del PBGC superavano le sue disponibilità di 23,3 miliardi di dollari e c'è il fondato rischio che la sua esposizione possa salire entro la fine del 2005 anche fino a 96 miliardi di dollari.
Quello che ci dice questa storia è che anche nella patria del capitalismo la pensione ai lavoratori la garantisce in ultima analisi il pubblico. Se i soldi dei lavoratori - il malloppo - sono nelle mani delle corporation che tentano di farli fruttare con la speculazione finanziaria a proprio esclusivo vantaggio (e questo e non altro è lo scopo di ogni e qualsiasi Fondo pensione!), l'aspetto previdenziale, ovvero la garanzia al lavoratore di conservare un determinato tenore di vita una volta uscito dal mondo del lavoro, viene assicurato dal pubblico.
In Italia i Fondi a prestazione definita sono comunque proibiti per i lavoratori. Come dicevo, in Italia i fondi, chiusi o aperti che siano, sono a contribuzione definita. Questo significa che il lavoratore sa quanti soldi mette nel Fondo ma non sa e non può sapere quanto questi soldi gli frutteranno al momento di andare in pensione.
La storia dei Fondi USA che ho richiamato ci dimostra comunque, al di là del chiacchiericcio di tutte le sirene che in questi mesi tentano di incantare i lavoratori, come il risultato degli investimenti di qualsiasi fondo è quantomeno incerto.
Ma ci fa anche pensare che la sbobba che stanno tentando di far ingoiare ai lavoratori italiani sia ben più indigesta della minestra americana.
Le corporation prendono in prestito per le loro speculazioni i soldi dei lavoratori ma, almeno, alla fine mantengono (più o meno e non sempre) gli impegni (grazie a Pantalone).
I Fondi, chiusi o aperti che siano, destinati ai lavoratori italiani non si assumono alcun impegno, si prendono i soldi dei lavoratori, speculano sui mercati finanziari, ma i relativi rischi sono tutti in capo agli stessi lavoratori che, in una situazione analoga a quella che stanno vivendo i loro colleghi americani, si ritroverebbero con il proverbiale pugno di mosche in luogo della decantata pensione integrativa.

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