mercoledì 28 novembre 2007

Il Governo abolisce per decreto la vigilanza sul lavoro

Con la nota 991 del 19 luglio 2004 il Direttore Generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dottor Mario Notaro, ha informato le Direzioni Regionali e Provinciali del Lavoro che il decreto governativo 168 del 12 luglio 2004 aveva tagliato le competenze relative alle spese di missione e azzerato il relativo stanziamento di cassa.
Questo significa che, dato che la maggior parte degli uffici ha già impiegato nell’attività istituzionale di vigilanza le competenze rimaste (nell’ordine del 70% delle somme previste per il 2004 e sulla base delle quali erano state programmate le attività degli uffici), se non si verificheranno improbabili fatti nuovi, da qui alla fine del 2004 non saranno di fatto più possibili le attività di vigilanza al di fuori dei comuni capoluogo.
Questa situazione sarebbe comica e grottesca se non si scontrasse con una realtà conclamata fatta di lavoro nero dilagante e di un’evasione contributiva da repubblica delle banane che, al di là dei danni provocati ai lavoratori, danneggia le casse dello Stato con mancate entrate calcolabili in diverse manovre finanziarie dell’ordine di quella che si preannuncia per l’autunno. Sarebbe comica se non si riverberasse sulla tragedia delle morti bianche nell’edilizia dove il rispetto delle norme antifortunistiche è ancora un optional da sacrificare al contenimento dei costi.
Una svista? Una distrazione? Un deprecabile errore?
Sarebbe auspicabile.
Ma questo Governo ha dimostrato a più riprese in che conto tenga le condizioni di vita e di lavoro di chi vive del proprio lavoro e con quale insofferenza mal sopporti i “lacci e laccioli” che la legislazione sociale frappone alla “libera” iniziativa imprenditoriale.
Se lo ha dimostrato con la cosiddetta riforma del mercato del lavoro, lo ha confermato con la cosiddetta riforma dei servizi ispettivi che, con la conciliazione monocratica, trasforma di fatto i diritti indisponibili del lavoratore, soggetto debole del contratto di lavoro, in merce in saldo di fronte al bisogno di lavorare.
Ora, invece di intensificare l’attività di vigilanza, di pretendere risultati concreti quantomeno con l’obiettivo di fare cassa affondando le mani nella palude del sommerso, il Governo Berlusconi sottrae ai servizi di vigilanza i quattro centesimi destinati alle attività ispettive (le indennità non sono rivalutate dai primi anni ’80!) abolendo di fatto per decreto i controlli sulle leggi del lavoro.
Resta da vedere se questo sia compatibile con il dovere della pubblica amministrazione di assicurare i servizi pubblici - cosa che il sottosegretario Sacconi non manca mai di ricordare ogni qual volta si tratti di contrastare gli scioperi e le lotte dei pubblici dipendenti – se questo comportamento non configuri una vera e propria interruzione di un pubblico servizio di cui rispondere dinanzi alle “famigerate toghe rosse” della magistratura.
Frosinone, 23 agosto 2004

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